Lo Zero Discrimination Day si celebrerà in tutto il mondo

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

Zero Discrimination Day La discriminazione continua a colpire la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Il 1 ° marzo, è lo Zero Discrimination Day , persone provenienti da tutti gli angoli del mondo si uniranno sotto il tema Open Up, Reach Out per celebrare la diversità e rifiutare la discriminazione in tutte le sue forme.

Il supporto ottenuto per lo Zero Discrimination Day ha creato un movimento globale di solidarietà per porre fine alla discriminazione, che è ancora molto diffusa. Milioni di donne e ragazze in ogni regione del mondo vivono esperienze di violenza ed abusi e non sono in grado di esercitare i loro diritti o di accedere ai servizi di assistenza sanitaria, all’istruzione o al lavoro. La discriminazione sul posto di lavoro, a scuola o per l’assistenza sanitaria riduce la capacità delle persone di partecipare a pieno titolo nella società e di fornire cura per se stessi e per le loro famiglie. A livello globale, ci sono quasi 80 paesi che ancora criminalizzano i rapporti sessuali con lo stesso sesso. 38 sono i Paesi che impongono qualche forma di restrizione all’ingresso, al soggiorno e alla residenza delle persone che vivono con l’HIV. Inoltre, gli ambienti giuridici e sociali ancora falliscono nell’affrontare lo stigma e la discriminazione nei confronti delle persone affette da HIV e di quelle più vulnerabili all’infezione da HIV.
“La discriminazione è una violazione dei diritti umani e non deve passare incontrastata”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. “Ognuno ha il diritto di vivere con rispetto e dignità.”

Quest’anno le persone in occasione dello Zero Discrimination Day sono stati invitati ad Open Up, Reach Out (aprirsi e avvicinarsi), utilizzando i social media per dire al mondo cosa significa per loro discriminazione zero. Le persone hanno condiviso canzoni, poesie, pensieri e attività ispirate alla farfalla, simbolo di trasformazione della campagna. Le persone inoltre chiedono ai loro governi di compiere maggiori sforzi per realizzare e proteggere i diritti umani e eliminare la discriminazione.

“Alcuni dei problemi più difficili del mondo possono essere risolti semplicemente eliminando stigma e discriminazione”, ha detto Michel Sidibé, direttore esecutivo di UNAIDS. “Mentre ci sforziamo insieme per un mondo più giusto possiamo essere incoraggiati dall’entusiasmo per raggiungere la discriminazione zero.”
Tra le celebrità che sostengono la campagna ci sono l’ambasciatore internazionale UNAIDS David Luiz, che ha postato un messaggio speciale alzandosi contro il razzismo, l’ambasciatore UNAIDS Toumani Diabaté e suo figlio, Sidiki Diabaté, così come la stella del cricket dello Sri Lanka Kumar Sangakkara, il cui messaggio è in riproduzione sugli schermi nei luoghi che ospitano la Coppa del Mondo del Cricket in Australia e Nuova Zelanda. I governi, i legislatori e dirigenti d’azienda hanno assicurato il loro sostegno alla campagna.

Gli eventi dello Zero Discrimination Day comprendono mostre fotografiche in Cina, balli in Gabon, concerti in Madagascar, un storytelling per i bambini in Mongolia e proiezioni cinematografiche in Nepal. Seminari e workshop per discutere sulle questioni relative alla stigmatizzazione e alla discriminazione si svolgeranno in più di 20 paesi in tutto il mondo, dalla Colombia a Uzbekistan.

Il primo Zero Discrimination Day è stato celebrato il 1 ° marzo 2014.

Fonte: UNAIDS

Traduzione e adattamento a cura della redazione del Poloinformativohiv
In caso di utilizzo si prega di citare la fonte della traduzione

More information is available at:

http://www.unaids.org/en/resources/campaigns/20150204_zerodiscrimination

https://www.facebook.com/zerodiscrimination

#zerodiscrimination

 

Malattie del fegato e tossicodipendenze.

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

fegatoMalattie del fegato e tossicodipendenze. Di questo si parlerà al convegno “Il management del tossicodipendente con epatite B e C”, che si svolgerà il 28 febbraio con inizio alla ore 9:00 presso il T-Hotel Lamezia in Località Garrubbe, Superstrada 280, 88040 Feroleto Antico provincia di Catanzaro.
L’obiettivo principale dell’evento, organizzato dall’Ambulatorio d’infettivologia ed epatologia del Distretto del Lametino dell’Asp di Catanzaro, è di fornire agli operatori dei Ser.T. e alla classe medica un aggiornamento sulle strategie di gestione e management delle epatiti virali e dell’Hiv, anche alla luce dell’immissione in commercio di nuovi farmaci che aprono nuovi scenari terapeutici. Responsabile scientifico del convegno, rivolto a medici di gastroenterologia, malattie infettive, medicina interna, microbiologia e virologia, è Lorenzo Antonio Surace, infettivologo, responsabile dell’Ambulatorio di infettivologia ed epatologia del Distretto del Lametino.
“Parlando di epatite C e B, – spiega Surace – il tossicodipendente rappresenta la categoria di pazienti maggiormente interessata, poiché è ben noto che l’uso o l’assunzione di sostanze stupefacenti per via iniettiva rappresenta un importante fattore di rischio per il contagio di alcune infezioni da virus B, C e Hiv. Il rischio d’infezione è da imputare principalmente alla condivisione di aghi e siringhe, come pure di utensili per la preparazione della droga. Pertanto, la prevalenza di anticorpi contro l’Hbv, l’Hcv e l’Hiv, nei tossicodipendenti per via endovenosa, è molto più alta che nel resto della popolazione”.
“Dal momento che chi contrae il virus spesso non presenta sintomi per molti anni, e spesso tali sintomi sono lievi, – prosegue il medico – è importante che presso i Ser.T. venga promosso lo screening nei confronti dei soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti, ed è ancora più importante che l’approccio nei confronti dei pazienti affetti da malattie del fegato sia di tipo integrato, tra epatologo e medico dei Ser.T., al fine di individuare delle strategie efficaci che mirino ad ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici spesso gravati da molte criticità”.
È per queste ragioni che, all’interno del convegno, è prevista una tavola rotonda, moderata da Ferruccio Bonino, ordinario di gastroenterologia presso l’Università di Pisa, che vedrà come protagonisti principali i direttori dei Ser.T. della Regione Calabria ai quali è affidato il compito, attraverso l’esposizione e l’analisi delle esperienze personali, di stilare un protocollo diagnostico-terapeutico che possa essere adottato in maniera uniforme in tutti Ser.T. e che consenta una gestione ottimale del tossicodipendente affetto da malattie epatiche.
Gli organi di informazione sono invitati a partecipare.

Fonte:cmnews.it

 

Nuovo trattamento per Encefalopatia Epatica

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

encefalopatia epaticaCOMUNICATO STAMPA

Ulteriore riconoscimento a livello europeo per rifaximina-a, molecola frutto della ricerca ‘made in Italy’ di Alfa Wassermann

VIA LIBERA DEL NICE A RIFAXIMINA 550 mg:

IL PRIMO NUOVO TRATTAMENTO PER L’ENCEFALOPATIA EPATICA DEGLI ULTIMI 30 ANNI

 

· Commercializzato dal 2010 negli Stati Uniti e approvato in Europa nel 2012, il farmaco sarà reso disponibile anche in Inghilterra e Galles.

· Atteso per i prossimi mesi l’arrivo in Italia.

Bologna, 23 febbraio 2015.
Via libera del National Institute for Health and Care Excellence (NICE)[1] a rifaximina-a 550 mg, trattamento innovativo per l’encefalopatia epatica (EE), una patologia neuropsichiatrica grave, associata alla malattia epatica, che incide pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Ne soffrono circa 200.000 persone in Europa; in Italia si stima che ogni anno circa 9.000 pazienti vengano ospedalizzati a causa della malattia.

Questo trattamento innovativo, autorizzato per la riduzione della recidiva degli episodi di encefalopatia epatica manifesta nei pazienti a partire dai 18 anni, è prodotto da Alfa Wassermann e commercializzato nel Regno Unito da Norgine (nome commerciale TARGAXAN® 550 mg).

“Siamo molto lieti che sia stato riconosciuto l’autentico valore di rifaximina-a 550 mg, esempio dell’eccellenza della ricerca scientifica italiana”, ha dichiarato Pier Vincenzo Colli, Direttore Generale di Alfa Wassermann. “Questa è la conseguenza dell’importanza che questo farmaco riveste per i pazienti, i loro familiari e il sistema sanitario, come dimostrano i dati clinici di real world che sono stati presentati. È fondamentale poter disporre di ulteriori opzioni terapeutiche per l’encefalopatia epatica, poiché la malattia epatica è sempre più diffusa e attualmente non esiste alcuna cura per l’EE, a parte il trapianto di fegato”, ha concluso Colli.

“Accolgo con entusiasmo la decisione del NICE di approvare questo trattamento di vitale importanza che farà realmente la differenza per quanto riguarda la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie”, ha affermato Antonio Gasbarrini, Professore Ordinario di Gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma. “Le opzioni terapeutiche per i pazienti con encefalopatia epatica sono estremamente limitate – ha aggiunto Gasbarrini – e dal 1969, quando è stato introdotto il lattulosio, non è stato più reso disponibile alcun trattamento. Grazie a rifaximina è invece possibile prevenire con successo le ricadute, trattando i pazienti in modo da ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale. Il farmaco è inoltre ben tollerato, trattandosi di un antibiotico che non viene assorbito dall’organismo”.

[1] NICE, Final Appraisal Determination, ‘Rifaximin for preventing episodes of overt hepatic encephalopathy’, pubblicato il 19 febbraio 2014 e disponibile online all’indirizzo www.nice.org.uk.

***

Note per i redattori

L’encefalopatia epatica (EE)

Encefalopatia epatica è l’espressione utilizzata per descrivere una patologia neuropsichiatrica complessa e variabile, che colpisce i pazienti con malattia epatica acuta o cronica, più comunemente associata a cirrosi. I pazienti con EE possono sperimentare sintomi che variano da sottili anomalie neurologiche, clinicamente impercettibili, fino a una grave compromissione neurologica.

Rifaximina-a 550 mg compresse rivestite con film

Rifaximina-a 550 mg è indicato per la riduzione del rischio di recidiva degli episodi di encefalopatia epatica manifesta nei pazienti a partire dai 18 anni. Rifaximina-a 550 mg è un antibiotico ad ampio spettro, che ha come target i batteri commensali intestinali e agisce sugli aerobi e anaerobi Gram-negativi e Gram-positivi, riducendo l’ammoniaca in eccesso prodotta dai batteri intestinali dei pazienti con cirrosi.

Il farmaco è prodotto su licenza di Alfa Wassermann SpA. Norgine attualmente detiene i diritti di commercializzazione per XIFAXAN® 550 mg (noto come TARGAXAN® 550 mg nel Regno Unito e in alcuni altri mercati) in Australia , Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica d’Irlanda, Svezia, Regno Unito e Svizzera. Il prodotto viene erogato a carico del Servizio Sanitario Nazionale in Scozia, Irlanda, Australia e Germania.

Alfa Wassermann

Alfa Wassermann è un gruppo farmaceutico privato con headquarter a Bologna ed uno stabilimento produttivo situato ad Alanno (PE). Nel 2014 le vendite nette di Alfa Wassermann – presso il quale sono impiegate oltre 1400 persone – hanno superato i 400 milioni di euro. Il gruppo conta inoltre su un numero crescente di società affiliate, sia in Europa sia nei mercati emergenti, come Russia, Cina e Messico. Il suo prodotto principale è rifaximina-a, un antibiotico intestinale selettivo che viene prescritto con i nomi commerciali di TIXTAR/TIXTELLER®, XIFAXAN® e altri, in 33 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, dove Salix Pharmaceuticals è la licenziataria esclusiva. Alfa Wassermann ha sviluppato anche altri importanti prodotti: sulodexide (VESSEL®), un eparinoide per le malattie tromboemboliche, e parnaparina (FLUXUM®), un’eparina a basso peso molecolare per il trattamento e la profilassi della trombosi venosa profonda.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.alfawassermann.it

ALFA WASSERMANN®, il logo ALFA WASSERMANN, XIFAXAN® e TARGAXAN® sono marchi registrati del gruppo societario Alfa Wassermann.

Norgine

Norgine è uno dei principali produttori indipendenti di specialità farmaceutiche in Europa: fondata oltre un secolo fa, è presente in tutti i principali mercati europei. Norgine è impegnata in modo particolare nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti farmaceutici che rispondono alle esigenze cliniche insoddisfatte in aree terapeutiche quali gastroenterologia, epatologia e terapie critiche e di supporto. Norgine possiede un sito dedicato alla produzione e allo sviluppo a Hengoed (Regno Unito) e un secondo sito produttivo a Dreux (Francia). Nel 2012 Norgine ha dato vita a un’attività complementare – Norgine Ventures – che sostiene aziende farmaceutiche innovative in Europa e negli Stati Uniti mediante sovvenzioni simili a debt-financing.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.norgine.com

Norgine e il “logo della vela” sono marchi del gruppo societario Norgine.

Per ulteriori informazioni:
Angela Del Giudice – 392 6858392 – 02 20424936 – e-mail: a.delgiudice@vrelations.it

 

Quando le parole agiscono contro di noi: il linguaggio dello stigma.

no stigmaUn interessante articolo su come le parole influenzano la percezione dell’HIV in modo sbagliato accrescendo pregiudizi e discriminazioni.
Articolo di Candace Y.A. Montague
Da TheBody.com- Traduzione a cura di Poloinformativohiv

 

February 15, 2015
Quando una persona ha l’HIV, significa che c’è un virus all’interno del suo corpo. Tale diagnosi non significa che la persona è definita dal virus che ha dentro. Ma per molti anni, il linguaggio di HIV / AIDS ha – volontariamente o involontariamente – emarginato gruppi di persone che vivono con l’HIV, così come quelli delle comunità con alti tassi di infezione da HIV. È giunto il momento di riformulare il gergo su HIV / AIDS al fine di potenziare, piuttosto che alienare, ed educare la popolazione generale.
Il CDC Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, definisce l’ HIV come “un virus diffuso attraverso i fluidi del corpo che colpisce le cellule specifiche del sistema immunitario, chiamate cellule CD4 o cellule T. Nel corso del tempo, l’HIV può distruggere molte di queste cellule così che il corpo non riesce più a combattere le infezioni e le malattie”.
Si continua a dire che l’infezione da HIV può causare l’AIDS. Ma spesso l’HIV e l’AIDS nella mente delle persone sono una singola condizione, così le persone che hanno contratto l’HIV sono percepiti come persone che hanno ricevuto una condanna definitiva a morte.
La terminologia può anche favorire lo stigma per errori di identificazione. Vickie Lynn, dottorando presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’University of South Florida,in un seminario web del Positive Women’s Network, ha asserito che quando le persone si riferiscono a uomini e donne con HIV, è indispensabile rendere tali etichette secondarie. “Molte persone usano il linguaggio in modo non corretto, penso che questo confonda l’opinione pubblica. Viene messa prima la malattia della persona e non il contrario. Quindi, piuttosto che l’uso di etichette per definire una persona, abbiamo bisogno di usare termini che sono più appropriati. Invece di dire ‘HIV-infected people’ dovrebbero dire ‘le persone che vivono con l’HIV,’ “(il termine inglese HIV-infected people può essere paragonato al nostro ‘sieropositivo’ NdR).
Nel seminario, Lynn e la sua collega Valerie Wojciechowicz, oratore motivazionale e creatore di 4HIVhelp.com, hanno presentato i modi in cui le persone possono reindirizzare l’uso della lingua. Hanno sottolineato come il linguaggio modella il nostro mondo e come scegliere parole abilitanti invece di parole stigmatizzanti. “Il termine ‘AIDS conclamato’ non esiste. La malattia AIDS non ha anche un AIDS a metà. Ci sono alcune persone che utilizzano ancora questo termine, conclamato . Sono rimasto inorridito che giornali rispettabili utilizzano questo tipo di terminologia, “ha dichiarato Lynn. E aggiunge che quando le persone discutono di HIV / AIDS, dovrebbero astenersi da parole stigmatizzanti quali vittime, malato e contaminato. Consiglia anche di sostituire termini come “sesso a rischio” e “promiscuo”, con termini più precisi, come “sesso senza condom” o “senza PrEP” e “avere più partner sessuali.”

Messaggi Misti

I media possono avere un grande effetto su come trasformare il linguaggio stigmatizzante. Sebbene la maggior parte di annunci e campagne siano ben intenzionati, una formulazione imprecisa può involontariamente lavorare contro gli obiettivi desiderati. Frasi che suggeriscono che un partner trasmetta l’ AIDS ad un altro o che le donne dovrebbero insistere nella richiesta dell’uso del preservativo da parte degli uomini può contrastare la responsabilizzazione. l’ AIDS non è trasmissibile; solo il virus che lo causa lo è. La protezione può esserci sia dal partner maschile che da quello femminile in un rapporto. Stare in salute è responsabilità di tutti. Proiettare disinformazione è un altro modo di perpetuare lo stigma.

Inoltre, i messaggi contrastanti possono rafforzare la discriminazione. L’ HIV è stata descritta come una malattia cronica, che riduce l’allarme. Tuttavia, creando un’atmosfera più rilassata intorno a questa condizione – che rimane altamente stigmatizzata e richiede un monitoraggio e cure continue – può anche essere un modo per negare o limitare i servizi importanti necessari per le persone che vivono con l’HIV, come la sanità e gli alloggi.

E se l’HIV è una malattia cronica gestibile che non richiede maggiore attenzione, allora perché l’HIV è utilizzato come mezzo per criminalizzare persone in alcuni stati? Le persone che vivono con l’HIV sono letteralmente perseguiti per la loro saliva, che non trasmette il virus.

Chi è responsabile nel modificare il linguaggio?

I media, i professionisti medici e le istituzioni a sostegno della salute svolgono un ruolo nel cambiare il linguaggio. Ma il cambiamento può anche essere spinto dalle persone che vivono con l’HIV. Fare dichiarazioni auto-denigranti come “Sono malato” o “Ho il virus” possono alimentare la paura in coloro che vivono con l’HIV in situazioni d’abbandono.

Waheedah Shabazz-El, coordinatore organizzativo regionale di PWN-USA e ambasciatrice per Philadelphia FIGHT, vive con l’HIV da 12 anni. Dice che le persone con HIV hanno la possibilità di interrompere il ciclo del linguaggio improprio.
“Le persone che vivono con l’HIV sono le più adatte per creare questo manifesto. Siamo in una posizione migliore per dire al pubblico cosa deve rimanere e cosa no . Mi hanno sempre detto che non è come siamo chiamati, ma come rispondiamo. Si tratta prima di un lavoro interiore che poi diventa un lavoro proiettato al di fuori “.

Le persone che vivono con l’HIV possono agire per uso più efficiente e accurato del linguaggio facendo cambiamenti all’interno delle organizzazioni. Shabazz-El dice che la gente può iniziare a non accettare termini che ritraggono le persone che vivono con l’HIV in una luce negativa. “Abbiamo bisogno di essere coinvolti nel processo decisionale. Ho sentito la gente usa la parola” consumatori “per descriverci. Ma non è utilizzato nel modo in cui lo vediamo nel dizionario. E ‘usato per dire che consumiamo servizi per l’ AIDS. Noi non ci tiriamo indietro. Ho affrontato le organizzazioni e chiesto loro di cambiare la parola ‘consumatori’ nelle loro mission statements. Siamo persone che vive con l’HIV, non consumatori. ”
La disinformazione può essere il nemico della speranza quando le persone stanno cercando di fare il cambiamento, sia nella loro vita individuale o al livello del grande pubblico. Utilizzare un linguaggio impreciso per descrivere le persone che vivono con l’HIV è un modo sicuro per promuovere paura e discriminazione. I sostenitori sottolineano che ci vorrà uno sforzo coscienzioso da parte di tutti per ottenere il cambiamento – ma può essere fatto.

Candace Y.A. Montague is a native of Washington, D.C., and covers HIV news all around the District. She has covered fundraisers, motorcycle rides, town hall meetings, house balls, Capitol Hill press conferences, election campaigns, protests and an International AIDS Conference for The D.C. Examiner.com, emPower News Magazine, the Black AIDS Institute and TheBody.com. One of her two master’s degrees is in community health promotion and education. She is also an educator and a mother of two.

Fonte: The Body

Traduzione e adattamento a cura di Poloinformativohiv
In caso di utilizzo si prega di citare anche la fonte della traduzione

L’articolo Quando le parole agiscono contro di noi: il linguaggio dello stigma. sembra essere il primo su Poloinformativo HIV AIDS.

Interazioni Isentress (raltegravir) con antiacidi

Isentress Il 18 febbraio 2015, la FDA ha approvato le modifiche al foglio illustrativo di Isentress (raltegravir) per includere informazioni aggiornate per quanto riguarda la somministrazione concomitante di raltegravir e antiacidi contenenti alluminio e/o magnesio.

Nuovi dati mostrano  che la sommonistrazione di antiacido contenente alluminio e/o magnesio entro 6 ore dalla somministrazione di Isentress riducono significativamente i livelli plasmatici di raltegravir.

 

Di seguito il comunicato originale FDA

On February 18, 2015, FDA approved changes to the Isentress (raltegravir) label to include updated information regarding the coadministration of raltegravir and aluminum and/or magnesium containing antacid.

New data show taking an aluminum and magnesium antacid within 6 hours of Isentress administration significantly decreased raltegravir plasma levels. The previously approved Isentress label recommended against coadministration or staggered administration by 2 hours with aluminum and magnesium antacids. The new label recommendations state coadministration or staggered administration of aluminum and/or magnesium hydroxide-containing antacids and Isentress is not recommended.

Isentress, indicated in combination with other antiretroviral agents for the treatment of human immunodeficiency virus (HIV-1) infection in patients 4 weeks of age and older, is a product of Merck & Co.

The updated label will be posted soon on DailyMed.

Richard Klein
Office of Health and Constituent Affairs
Food and Drug Administration

Kimberly Struble
Division of Antiviral Products
Food and Drug Administration

Steve Morin
Office of Health and Constituent Affairs
Food and Drug Administration

Fonte: FDA

L’articolo Interazioni Isentress (raltegravir) con antiacidi sembra essere il primo su Poloinformativo HIV AIDS.

Le organizzazioni contro l’HIV sollecitano la continuazione dello studio D:A:D

studio D:A:DLo studio D:A:D segue 50.000 persone sieropositive da più di 15 anni valutando, nell’arco di questo periodo, sicurezza dei farmaci ed effetti collaterali. Grazie ai risultati dello studio D:A:D sono cambiate le linee guida e la gestione delle terapie. Si sono identificati effetti collaterali non conosciuti prima e si è potuto fare scelte terapeutiche ottimali in base alle esigenze dei pazienti.
Alcune organizzazioni – AIDS Treatment Activists Coalition – ATAC, European AIDS Treatment Group – EATG, European Community Advisory Board – ECAB, Treatment Action Group -TAG (USA), HIV i-Base (UK), Grupo de Trabajo sobre Tratamientos del VIH – gTt (Spain), Adhara (Spain), Nadir Onlus (Italy), Plus Onlus (Italy) sostengono fortemente lo studio D:A:D. e hanno chiesto alle aziende farmaceutiche di continuare a finanziare questo studio vitale.

Fonte: Treatment Action Group

Di seguito alcune motivazioni (in italiano):
I farmaci anti-HIV sono utilizzati in combinazione, quindi è giusto che le aziende che producono e vendono questi farmaci collaborino a questo studio sulla sicurezza a lungo termine.

Esortiamo le seguenti società a continuare a finanziare questo studio vitale: AbbVie, Bristol-Myers Squibb, Gilead Sciences, Janssen, Merck Sharpe Dohme e ViiV Healthcare.

Il finanziamento deve inoltre permettere di aggiungere nuovi pazienti per altri cinque anni, dal momento che molti inizieranno il trattamento con nuovi farmaci anti-HIV

Lo studio D:A:D è stato originariamente creato per valutare i rischi della terapia antiretrovirale su fegato e cuore.
Da allora, D: A: D ha risposto a molte altre questioni di sicurezza a lungo termine che includono:

Il rischio di effetti collaterali rari da singoli farmaci ; Farmaci anti-HIV e cambiamenti corporei ;Farmaci anti-HIV e la pressione sanguigna; la sicurezza a lungo termine dei farmaci anti-HIV nei riguardi del fegato e le coinfezioni con epatiti;il rischio di malattie cardiache ; Farmaci anti-HIV e malattie renali; HIV e tumori, in particolare quelli non-AIDS correlati; Farmaci anti-HIV e il diabete; Farmaci anti-HIV e ictus
Ha permesso di sviluppare strumenti pratici per la stima del rischio di malattie cardiache e renali nelle persone sieropositive, ha riportato nuovi effetti collaterali che non sono stati trovati quando i farmaci sono stati studiati ed ha anche mostrato che altri farmaci non hanno questi effetti collaterali.
Perchè serve ancora?

Perchè è necessario rispondere alle stesse domande di efficacia e sicurezza per i nuovi farmaci e per le combinazioni.

Perché i suoi risultati danno alle persone la fiducia necessaria per iniziare il trattamento dell’HIV.
Perchè si tratta di uno studio indipendente che produce dati reali e comprende anche persone che non sono ben rappresentati negli studi, come le donne.
Perché è in grado di rilevare nuovi problemi di sicurezza che potremmo ancora non conoscere ed è in grado di valutare i rischi in gruppi specifici di persone che vivono con l’HIV. Ad esempio, per età dell’ infezione, genere, etnia, razza, orientamento sessuale, l’uso di sostanze, persone più giovani e più anziani.

Perchè la terapia è per tutta la vita, quindi servono osservazioni più a lungo termine possibile per la sicurezza e la tollerabilità dei farmaci. Questo è particolarmente vero quando si invecchia. Entro il 2016, più di 5.000 persone nello studio D: A: D saranno oltre i 60 anni. La metà delle persone arruolate saranno in terapia da più di 10 anni.

Potranno essere identificati problemi di sicurezza o escludere preoccupazioni relative ai nuovi farmaci o alle nuove classi. Si potranno valutare i risultati a lungo termine dopo il trattamento con i nuovi farmaci contro l’epatite C.  Si potranno avere informazioni sui farmaci generici, sulle coformulazioni e sulle interazioni farmacologiche.
Se lo studio D:A:D sarà interrotto tutto andrà perduto per sempre.

Le associazioni che desiderano supportare la richiesta possono firmare la lettera/petizione entro il 20 febbraio a questo link

Fonte : TAG

Canale informativo: newsletter Aidsmap
Traduzione a cura di Poloinformativohiv

L’articolo Le organizzazioni contro l’HIV sollecitano la continuazione dello studio D:A:D sembra essere il primo su Poloinformativo HIV AIDS.

Un questionario per gli odontoiatri

odontoiatriPersone con patologie infettive, tra  le quali  l’HIV, si sentono spesso discriminate nell’accesso alle cure odontoiatriche ed è proprio dalle numerose segnalazioni pervenute al Telefono Verde AIDS e IST – 800.861.061 – che l’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione dell’Istituto Superiore di Sanità si è attivata per la costituzione di un Tavolo di Lavoro.L’obiettivo è quello di rilevare le problematiche sollevate dagli utenti e sviluppare una rete nazionale di servizi odontoiatrici pubblici sensibile ed aperta ai bisogni di tutti.A tal fine i partecipanti al Tavolo di Lavoro, odontoiatri provenienti da diverse Regioni, esperti di salute pubblica del Ministero della Salute e ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno proceduto all’elaborazione di un “Questionario per la rilevazione dei bisogni formativi e delle prassi operative degli operatori sanitari impegnati nei Servizi odontoiatrici, con riferimento alla cura della persona con patologia infettiva”.
Il documento, finalizzato a individuare le esigenze formative e a testare il livello di consapevolezza dell’équipe odontoiatrica sulla corretta gestione del paziente con patologia infettiva, è divulgato in differenti aree geografiche italiane e scaricabile al link.

In base ai risultati della rilevazione, sarà possibile elaborare una proposta formativa che consentirà, nel tempo, di strutturare un ampio network di professionisti operanti in strutture pubbliche, adeguatamente formati e pronti ad accogliere e curare persone che ad oggi si trovano ancora, troppo spesso, ad essere respinte o a dover subire ingiustificate discriminazioni e violazioni della riservatezza dei propri dati personali.

Si è ritenuto  opportuno informare dell’avvio dell’indagine tutti gli Assessorati alla salute delle Regioni e delle Province Autonome.

Gli odontoiatri operanti in strutture pubbliche interessati a partecipare all’indagine, possono aprire il questionario al link sottostante e inviarlo automaticamente cliccando, una volta compilato, sul riquadro grigio presente in alto a destra della prima pagina“invia modulo”:

La rilevazione ha avuto inizio il 23 gennaio 2015 e avrà termine il 23 luglio 2015.

L’articolo Un questionario per gli odontoiatri sembra essere il primo su Poloinformativo HIV AIDS.

Sesso sicuro: oltre al preservativo, usate la testa

sesso sicuro ?Costruiamo insieme un futuro fatto di scelte consapevoli: questo l’invito di Andrea, rappresentante degli studenti del Newton di Roma e della Rete Studenti Medi di Roma.

Un articolo interessante sulla sessualità tra adolescenti, dubbi, paure, bisogno di sicurezze e conferme, dove i giudizi morali fanno più male che bene.
Manca l’educazione sessuale nelle scuole, quella vera che altri Paesi fanno da più di 40 anni e manca il dialogo sulla sessualità nella famiglia.
Con queste basi, come possono i giovani distinguere i comportamenti a rischio da quelli che non lo sono, come possono sapere cos’è il sesso sicuro o come si usa un preservativo?

Leggi l’articolo cliccando qui

L’articolo Sesso sicuro: oltre al preservativo, usate la testa su Poloinformativo HIV AIDS.

Può un dispositivo per smartphone a $ 34 migliorare la diagnosi HIV in Africa?

hiv-test-smartphoneUn dispositivo $ 34 che si collega al jack audio di uno smartphone è quasi efficace quanto il più costoso test diagnostico del sangue per individuare gli anticorpi HIV e la sifilide. Lo dicono i ricercatori statunitensi in uno studio pilota in Africa.

 

Il laboratorio mobile, noto come un dongle, è costato $ 34 , rispetto ai più di 18 mila che servono per l’apparecchiatura diagnostica gold standard. In uno studio pilota, il dispositivo esegue tutte le funzioni meccaniche, ottiche ed elettroniche di un esame del sangue in laboratorio in 15 minuti, utilizzando solo potenza assorbita dal smartphone.

E ‘stato sviluppato da un team guidato da Samuel Sia, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica alla Columbia University di New York.

Per provare la sua efficacia, gli operatori sanitari in Ruanda hanno utilizzato lo strumento per fare esami del sangue, tramite la puntura del dito, su 96 pazienti, incluse donne in gravidanza.

Il team ha confrontato i risultati con il test standard immunoenzimatico o test ELISA, e ha trovato risultati quasi più accurati. Il test ha una sensibilità dal 92 al 100 %.

“Il nostro lavoro mostra che la qualità di un laboratorio immunologico si può ottenere in un accessorio smartphone“, ha dichiarato Sia in un comunicato.

I ricercatori stimano che riguardo la sifilide, un test anche solo con sensibilità dal 70 al 80 per cento potrebbe ridurre i morti di dieci volte rispetto ad un test di laboratorio accurato, perché quello ‘portatile’ è più accessibile e aumenta la facilità  della diagnosi.

Lo studio è stato sostenuto da una sovvenzione della Fondazione Gates ed altri finanziatori e pubblicato mercoledì nella rivista Science Translational Medicine.

I ricercatori stanno progettando uno studio clinico su larga scala con l’obiettivo di ottenere l’approvazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’uso nei paesi in via di sviluppo.

By Julie Steenhuysen

Fonte: REUTERS

Canale informativo: EATG

Traduzione e adattamento a cura della redazione del Poloinformativohiv
In caso di utilizzo si prega di citare la fonte della traduzione

L’articolo Può un dispositivo per smartphone a $ 34 migliorare la diagnosi HIV in Africa? su Poloinformativo HIV AIDS.

See us : ogni donna ha diritto a un’assistenza di qualità

donne donna

See us è una campagna globale di sensibilizzazione incentrata su come aiutare le donne che vivono con l’HIV ad affrontare le varie sfide.

La campagna si propone di contribuire ad abbattere le barriere, migliorare l’assistenza e il sostegno, e, in ultima analisi, incoraggiare le donne che vivono con l’HIV a creare una comunità coesa e sostenere le proprie esigenze attraverso il miglioramento del dialogo con gli operatori sanitari.

E’ una collaborazione tra l’ International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC) e un comitato direttivo di esperti che comprende donne che vivono con HIV, il  National AIDS Manual (NAM) e la comunità medica in Argentina, Canada, Italia, Nigeria, Polonia, Romania, Russia, Regno Unito e Stati Uniti.

See us è stato reso possibile grazie al contributo fornito da AbbVie.

La campagna mette a disposizione un sito web dal quale sono scaricabili strumenti utili in 7 lingue(italiano compreso).

Le donne che vivono con l’HIV hanno esigenze specifiche e la loro cura interesserà tutte le fasi della vita. E ‘estremamente importante quindi che il trattamento sia adeguato alle esigenze individuali.

A volte, alcune considerazioni importanti per le donne che vivono con l’HIV possono  essere trascurate – fasi della vita (adolescenza, età fertile, menopausa e oltre ), altre condizioni mediche e patologie,  supporto emotivo e sostegno sociale.

Perchè ogni donna ha il diritto a cure di qualità

Fonte:

L’articolo See us : ogni donna ha diritto a un’assistenza di qualità  su Poloinformativo HIV AIDS.

1 2 3 4 5