La persona con dipendenza patologica da lungo tempo

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dipendenza patologicaIl Sert di Cesena dell’Azienda USL della Romagna, organizza tre seminari relativi a tre aspetti particolari del problema dipendenze.

I seminari si svolgeranno nelle date del 29 gennaio, 12 e 26 febbraio e tratteranno rispettivamente di: “Bisogni ed aspettative della persona con dipendenza patologica da lungo tempo (old users). Quali risposte“; “Comorbilità psichiatriche ed abuso di sostanze”; “Gestione correlata ospedale – territorio dell’acuzie alcol correlate”.

Il primo di questi seminari che si è svolto alcuni giorni fa, riguarda da vicino le persone con dipendenza patologica e con infezione da HIV e/o HCV.

Il Sert di Cesena ha in carico 126 persone ‘old users'(più di 20 anni di tossicodipendenza) dei quali 102 con HCV e 15 con Hiv.
Per poter seguire meglio questi pazienti è necessario capirne i bisogni e le possibilità di inserimento sociale.
Il 39% di queste persone non ha fissa dimora, il 42% vive ancora con i genitori e i restanti vivono  soli. Il 33 per cento è disoccupato.
Secondo il vice-presidente del Gruppo Abele Leopoldo Grosso, tra i relatori del seminario, è proprio la perdita di autonomia a favorire la conflittualità nei rapporti familiari che talvolta porta a conseguenze legali e penali di rilievo.

Tra gli interventi suggeriti dal Dirigente dei Servizi Sociali, c’è l’inserimento in strutture residenziali protette come primo passo di un percorso più ampio verso il riscatto sociale, l’opportunità di fare e mantenere vicinanza relazionale tramite le unità di strada (circa 60 sono gli attuali operatori) e il dormitorio pubblico che continua ad essere un importante riferimento.
Inoltre si cercherà di costruire percorsi adattabili a misura di paziente per coloro che vorranno sfruttare opportunità attive di impiego , grazie all’apertura delle posizioni Inail a sostegno di ciò.

L’integrazione dei servizi socio-sanitari, delle istituzioni e delle associazioni locali anche in questo caso sarà determinante.

Per la lista dei seminari clicca qui

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Salute e migrazione: nuovi scenari internazionali e nazionali

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salute e migrazione

Il 17 febbraio si svolgerà il XIII Convegno dell’Italian National Focal Point – Infectious Diseases and Migrant, Network nazionale di esperti sulla salute delle popolazioni migranti, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.

L’evento focalizzerà l’attenzione su “ Salute e migrazione : nuovi scenari internazionali e nazionali” e sarà strutturato in due parti:

  • la sessione della mattina affronterà il tema dell’influenza della crisi economica nel processo di tutela della salute della popolazione migrante,
  • la sessione pomeridiana focalizzerà l’attenzione sulle malattie emergenti e riemergenti, l’impatto delle quali risulta più critico nel caso di fasce di popolazione fragili, come ad esempio i migranti.

Gli organizzatori del Convegno, intendono aprire un dibattito tra la stretta interazione degli aspetti economici, politici e socio-culturali e la necessità di garantire a tutti gli individui il diritto alla salute, in un momento storico nel quale agenti patogeni nuovi, o che si pensava fossero stati sconfitti minacciano la salute del singolo e della comunità di appartenenza.

Fonte: Uniticontrolaids – ISS

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Terapia antiretrovirale: meglio ritardare piuttosto che sospendere.

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Notizia tradotta da Aidsmap

Meglio ritardare l’inizio della terapia piuttosto che iniziarla precocemente e poi interromperla.

Uno studio francese che ha esaminato il tempo trascorso con viremia rilevabile dal momento dell’infezione ha scoperto che, contrariamente alle aspettative dei ricercatori, coloro che iniziano la terapia subito dopo l’infezione e poi la interrompono non hanno alcun vantaggio rispetto a rinviare il trattamento fino al momento giusto. Solo coloro che iniziano una terapia precoce e la continuano mostrano un vantaggio significativo in termini di recupero immunitario.

Lo studio ha anche riscontrato che, mentre la maggior parte delle persone in ART raggiunge una conta CD4 quasi normale, solo coloro che hanno iniziato il trattamento subito dopo l’infezione e lo hanno continuato, mantenendo una viremia non rilevabile, hanno ottenuto un rapporto CD4/CD8 simile a quello di una persona senza HIV.
Questo studio quindi smentisce un’ipotesi.
Precedenti studi avevano infatti suggerito che l’inizio precoce della terapia, appena possibile dopo l’infezione, offriva il vantaggio di poterla poi interrompere per un certo numero di anni, continuando ad avere vantaggi permanenti in termini di recupero immunitario. Vantaggi maggiori rispetto a quelli ottenuti dalle persone che la iniziavano più tardi.
Invece questo studio dimostra che, anche se è possibile iniziare la terapia subito dopo l’infezione e poi interromperla, riprendendo prima che la conta CD4 scenda sotto i livelli di soglia, ciò non offre alcun reale vantaggio.
Il vantaggio in recupero immunitario c’è soltanto se la terapia precoce non viene interrotta.

Leggi lo studio in lingua originale

Traduzione e adattamento a cura di Poloinformativohiv
La copia e diffusione di tale testo è possibile citando, per cortesia, la fonte della traduzione

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Scholarship community per ICAR 2015

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  SchoICAR - Scholarship community larship community
Modulo per la richiesta di una scholarship per la partecipazione alla Conferenza ICAR 2015

Riservato ad Associazioni di pazienti e/o Associazioni delle Comunità colpite da HIV/AIDS e Epatiti

Sarà possibile, per un numero limitato di persone della Community appartenenti ad associazioni di pazienti e/o associazioni di comunità colpite dall’infezione da HIV/AIDS e Epatiti, avere diritto ad una scholarship per la partecipazione alla conferenza ICAR 2015.

Che cos’è una scholarship? E’ una forma di aiuto “concreto” per la partecipazione ai lavori della conferenza e elle iniziative collegate. In particolare, si darà la possibilità ai vincitori di avere viaggio (per coloro che non sono di Riccione), vitto e alloggio pagato. L’iscrizione alla conferenza invece è già gratuita per i membri della Community. Allo scopo, è chiesto di compilare in tutte le sue parti (pena la non ammissibilità della domanda) i form che trovate a questo link.

E’ importante che chi compila il modulo (e dunque fa richiesta di scholarship) sia a conoscenza delle seguenti informazioni:

  • Ai vincitori delle scholarship è richiesto di partecipare, ai lavori di tutta la conferenza, incluse le sessioni pre-congressuali in programma domenica 17 maggio dalle ore 14.30-16.30. In conseguenza, i biglietti che saranno emessi per raggiungere la sede congressuale implicheranno il raggiungimento della stessa entro le 14.30 della domenica e, per il ritorno, dopo le 16,30 di Martedì 19 Maggio 2015). I biglietti emessi saranno in classe economica e non rimborsabili. Eventuali variazioni, fatto salvo gravi motivi di salute, non saranno consentite. Non è prevista l’emissione dei titoli di viaggio per coloro che sono di Riccione. Per i trasporti all’interno della città verso la sede congressuale, si farà riferimento alla policy generale della conferenza per i partecipanti.
  • Per coloro che sottometteranno un abstract alla conferenza (in particolare, ma non esaustivamente, per le macro categorie “Epidemiology of HIV, HBV, HCV infections” e “Social and behavioural science, community aspects and community surveys” quest’ultima suddivisa in: patient related outcomes; care models: access and costs; social vulnerability; co-infection Hiv-Hcv; vaginal childbirth in women with HIV), al fine di garantirsi la possibilità di partecipare al congresso, è richiesta la compilazione della scholarship e sarà assicurata, in caso di accettazione dell’abstract, l’emissione della scholarship.
  • Si segnala la Tavola rotonda sulla PrEP in plenaria il giorno 18 maggio dalle ore 14.30 alle ore 16.00 di notevole interesse per la community di persone con HIV/Aids al fine di un dibattito nazionale sul tema.

I posti disponibili sono limitati.

Le persone interessate devono inviare la domanda di partecipazione entro il 23 MARZO 2015 (stessa deadline dell’abstract submission).

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni accedere alla pagina

FONTE:  Poloinformativo HIV AIDS.

L’ HIV non è un crimine.

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hiv -no-crimine-criminalizzazioneFaenza 10 gennaio 2014

Negli articoli usciti sulla stampa degli ultimi giorni leggiamo con apprensione che la Procura di Bologna ha avviato un’inchiesta a seguito del servizio delle ‘Le Iene’ andato in onda il 28 novembre.
Uno scoop che mostra le persone con HIV solo come possibili ‘untori’, mandato in onda per fare scandalo, come nella natura stessa del programma(basti pensare all’intervista a Montagnier di alcuni anni fa), e non certo per informare in maniera corretta sulla realtà della vita delle persone con HIV e sulle nuove infezioni.
NPS non può non segnalare la sua posizione in merito:
la maggioranza delle persone con HIV in Italia consapevole di esserlo, non si diverte a trasmettere il virus come viene mostrato nel servizio.
Sono persone che lavorano, amano, studiano, conducono una vita normale e non possono essere stigmatizzate in base alla loro malattia cronica solo perché anche tra loro, esistono persone senza scrupoli o folli.
Inoltre la maggioranza delle persone con HIV in Italia è in terapia antiretrovirale ed anche in base a quanto si può leggere nelle ultime Linee Guida, la terapia riduce notevolmente la trasmissione dell’infezione, ma non la riduce a zero.

Analizziamo il servizio: propone una serie di testimoni di cui il primo, afferma di avere avuto il ‘sentore’ per molto di tempo, di avere un problema di salute, ma non ha voluto fare il test rimandandone il momento. Risultato: fa parte di quei LATE PRESENTER che oggi arrivano tardi alla diagnosi, con complicanze sulla loro salute enormi e costi che non citiamo.

Una delle cose più gravi viene riportata immediatamente dopo: il testimone dice di tendere a fare sesso non protetto solo con le persone con hiv.
Ignorando totalmente il problema delle resistenze e delle resistenze crociate, ovvero la concreta scientifica possibilità di ridurre o annullare l’efficacia di un farmaco, ma anche di altri farmaci, appartenenti alla stessa classe.

Al minuto 4.30 circa il testimone afferma che ‘se sei positivo al virus dell’Hiv non puoi dirlo a nessuno’: questa affermazione aumenta lo stigma e l’autostigmatizzazione delle persone con hiv che conducendo una vita del tutto normale, spesso vivono visibilmente la loro condizione.

Al minuto 6 circa viene fatta una gran confusione tra i ceppi HIV1 (Europeo) e HIV 2 ( asiatico) continuando ad aumentare lo stigma verso persone di altra provenienza, che spesso arrivano in Italia negativi al virus e in seguito ai disagi che vivono come immigrati e anche clandestini, si infettano nel nostro paese ( dati Coa/ Min. salute)
Il terzo testimone è totalmente contraddittorio in ciò che dice.
Al minuto 12.45 circa afferma di essere stufo di stare attento e quindi di usare il profilattico ma quando la giornalista, giustamente, gli fa notare il costo sul sistema sanitario che comporta una persona con Hiv che consapevolmente sceglie questa strada, in un momento di crisi economica come questo, il testimone afferma che farebbe di tutto per non passare il virus…ma se fa sesso a pelle, come fa a non passarlo anche ad altri a furia di provarci?
Le nuove infezioni provengono soprattutto dal sommerso, cioè da coloro che non effettuano il test, pur avendo comportamenti a rischio e in questo modo inconsapevolmente diffondono il virus, e questa è la modalità di infezione più diffusa negli ultimi anni che i dati scientifici riportano.

La criminalizzazione dell’HIV, come si è visto in altri Paesi, non porta a benefici ma è invece solo controproducente.
Chiudere un sito di incontri o perseguirne gli iscritti non diminuirà le occasioni di contagio, mentre invece favorirà lo stigma nei confronti delle persone con HIV e di conseguenza l’aumento del sommerso con diminuzione degli accessi al test e alle cure, per paura di essere discriminati.

In un’epoca in cui l’informazione sull’Hiv è così sporadica e data per scontata, lasciare che i media cerchino la notizia li dove sappiamo ormai la notizia non c’è, perché la comunicazione stessa è cambiata oggi, non vuol dire accettare che si faccia di tutta un’erba un fascio mettendo sullo stesso piano le persone con Hiv che mai si sognerebbero di infettare qualcun altro in virtù del fatto che oggi ci sono delle terapie che, bene o male, cronicizzano la patologia.
La buona sanità non passa attraverso la generalizzazione e gli allarmismi ai quali ci vogliono abituare, ma bensì dando la giusta evidenza scientifica alle notizie.

Il fatto che esistano episodi di persone che volontariamente cerchino di infettarsi con persone già positive al virus dell’Hiv esiste.
NPS, certo non condivide un fatto del genere, però diciamoci la verità: esiste!
Ma non è con gli scoop o gli articoli sugli ‘untori’ che si può ridurre la trasmissione dell’HIV, ma con la corretta informazione, aggiornata e reale e con il supporto delle associazioni di pazienti che da anni collaborano con le Commissioni Regionali e/o Nazionali contro l’AIDS e che attuano iniziative di sensibilizzazione e prevenzione.

NPS Emilia Romagna si impegna a portare l’argomento all’ordine del giorno alla prossima riunione della Commissione Regionale per promuovere attività condivise di comunicazione/informazione non stigmatizzanti anche sul web.
Il presidente
Alessandro Cavassi

 

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