ConvHIVere: un’ iniziativa di Plus Onlus

postato in: AIDS | 0

ConvHIVere

convhivere-sito

Plus onlus lancia una ricerca su come la sieropositività viene accolta dai propri amici e conoscenti gay.

La ricerca si chiama: convHIVere gay + e – parliamo di noi stessi?

Questa ricerca è rivolta soprattutto agli uomini omosessuali e bisessuali, maggiorenni, che abitano in Italia; inoltre, non è in grado di rilevare le specificità delle persone trans.

Per Saperne di più e per compilare il questionario , ecco il link:

ConvHIVere

 

Chem Sex, informazione e supporto a chi lo pratica

postato in: AIDS | 0

 

Un nuovo servizio dell’ASA

Chem Sex, informazione e supporto a chi lo pratica

La presentazione si terrà in Associazione giovedì 5 maggio alle ore 20:30

 

Il Chem Sex è un modo di fare sesso che prevede l’utilizzo di sostanze psicoattive (Chems) allo scopo di modulare e amplificare le sensazioni ed in particolare il piacere che deriva dall’attività sessuale.

I Chems trovano una crescente diffusione fra le droghe utilizzate a scopo ricreativo (club drugs) e stanno diventando un rilevante complemento del sesso nei rapporti MSM.
Che cosa sono e a cosa si devono la loro diffusione ed il loro successo?

Di questa nuova pratica si parlerà in Asa-Associazione Solidarietà Aids giovedì 5 maggio alle 20:30. Il relatore della serata sarà Michele Lanza.

Spiega Michele Lanza, responsabile del nuovo progetto: «In questo primo incontro in preparazione del servizio, riteniamo di grande utilità ricordare cosa sia il piacere dal punto di vista neuro-fisiologico, quali siano le strutture cerebrali dove si produce, quali le sostanze endogene, o neurotrasmettitori, che sono coinvolte nella sua percezione e nel suo raggiungimento».

Le sostanze psicoattive modificano e potenziano il piacere interagendo con i meccanismi fisiologici. Per i Chems più usati saranno passati in rassegna il meccanismo di azione ed il rapporto fra le quantità assunte, il raggiungimento dell’effetto desiderato, la tossicità e l’eventuale dipendenza che determinano.

I Chems vengono assunti con altre sostanze a scopo ricreativo (alcool, cannabis e cocaina fra le più frequenti) da persone che molto probabilmente stanno prendendo nello stesso tempo anche farmaci (psicofarmaci, antiretrovirali, farmaci del cuore e della circolazione fra gli altri).
Quali sono le interazioni che si sviluppano e quali rischi vanno crescendo per chi li assume in associazione con altre sostanze?

Quali sono gli accorgimenti per ridurre i rischi che derivano dalla loro assunzione? Al primo incontro si parlerà di regole generali e di aspetti particolari presentati dall’uso di alcuni  Chems, soli o in associazione con altre sostanze.

Nel corso della serata verrà spiegato come sarà sviluppato il progetto.

 

 

Marinella Zetti – Ufficio stampa Asa Onlus – Associazione Solidarietà Aids

Email: ufficiostampa@asamilano.org

 

Tel: 0258107084

PRESENTAZIONE LIBRO IN SEDE HIV/AIDS 2.0

postato in: AIDS | 0

scarica l’invito

LA SERATA E’ APERTA A TUTTI ANCHE SENZA INVITO

Di HIV si parla poco, ma nel silenzio vi è il saggio che Claudia Turrisi ha dedicato all’argomento.

E proprio l’autrice sarà in Asa giovedì 18 febbraio alle ore 18,30 per raccontare come è nato “HIV/AIDS 2.0 – Profezia di un’evoluzione possibile”, edito da Franco Angeli.
Accanto a Claudia Turrisi – che ha iniziato la sua esperienza nella pratica della cura prestando servizio di volontariato presso due Case Alloggio che ospitano persone HIV-positive e si è laureata in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Bergamo con una tesi dal titolo “HIV/AIDS 2.0. Storie di nuova generazione o quasi”- ci saranno Alessandra Bianchi e Massimo Cernuschi, che hanno contribuito alla stesura del saggio descrivendo all’autrice la loro esperienza di vita vissuta in associazione e in ospedale.
L’infezione da HIV e l’AIDS oggi sono ancora presenti nella nostra società, e non sono circoscritti a una parte marginale della popolazione. Le nuove diagnosi sono attribuibili, nella maggioranza dei casi, alla trasmissione sessuale. I dati ci dicono che si tratta di un fenomeno trasversale e in complessivo aumento, eppure è come se il problema fosse scomparso, nessuno ne parla più.
La cronicizzazione della malattia, insieme agli straordinari traguardi medico- scientifici nel frattempo raggiunti, rischiano di far trascurare difficoltà, fatiche, nascondimenti e sofferenze che ancora oggi vivono le persone HIV-positive nel confrontarsi con una patologia che ha implicazioni personali, fisiche, relazionali e sociali molto diverse dalle altre.
La disattenzione in merito al tema HIV, oltre a lasciar proliferare il potenziale distruttivo del virus, sta impedendo di accogliere l’inedita sfida (culturale, pedagogica, etica, politica, psicologica, umana e sociale) che questo tipo di malattia rappresenta.
HIV/AIDS 2.0 è volto a promuovere una nuova generazione di storie capaci di abbattere la mutilazione della comunicazione che ancora oggi sembra prevalere attorno all’HIV: vuole essere “profezia di un’evoluzione possibile” che crede nella tessitura di un contesto culturale e sociale pronto a includere il fenomeno HIV in tutta la sua complessità, quale richiamo perentorio all’uomo contemporaneo a ridisegnare i propri confini aprendosi alla costruzione di “reti generative”, fondate sulla responsabilità e la consapevolezza del valore da attribuire alla reciprocità della cura. Esercitare il pensiero e le azioni verso una cura di sé che è imprescindibilmente legata alla cura dell’altro diventa luce di un futuro desiderabile.

Vi attendiamo numerosi nella sede dell’associazione in via Arena 25 a Milano.
E non dimenticate di fare passa-parola e coinvolgere amiche e amici.
Conoscere e prevenire è sempre importante.
M.Z.

In Italia la battaglia contro l’Aids non è stata ancora vinta

postato in: AIDS, HCV, HIV | 0

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

In Italia la battaglia contro l’Aids non è stata ancora vintaIn Italia la battaglia contro l’Aids non è stata ancora vinta

Di Maurizio Calipari
Il numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv (nel 2014 sono state 3695) è stabile e colloca il nostro Paese al 12°posto tra quelli dell’Unione europea. L’incidenza è pari a 6,1 nuovi casi per 100mila residenti.

L’articolo In Italia la battaglia contro l’Aids non è stata ancora vinta è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.

Tutti gli articolidi di admin

Canale informativo Poloinformativo HIV AIDS – per saperne di più su hiv e aids

Arriva il super profilattico che ferma l’Hiv anche se si rompe

postato in: AIDS, HCV, HIV | 0

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

Arriva il super profilattico che ferma l’Hiv anche se si rompeArriva il super profilattico che ferma l’Hiv anche se si rompe
Messo a punto nei laboratori del Texas A&M University Health Science Center, potrebbe già entrare in commercio l’anno prossimo

C’è già chi lo chiama Super Condom. Un po’ perché sarebbe in grado di bloccare il virus dell’Hiv anche in caso di rottura, un po’ perché promette di aumentare il piacere sessuale come mai un profilattico aveva fatto prima d’ora. Arriva direttamente dai laboratori del Texas A&M University Health Science Center quello che promette di diventare un contraccettivo davvero rivoluzionario: a metterlo a punto, una squadra di ricercatori guidati dalla dottoressa Mahua Choudhery, che ai microfoni della Bbc ha spiegato tutte le caratteristiche dell’innovativo prodotto.

Il profilattico in questione contiene infatti uno speciale gel a base di acqua (tendenzialmente a prova di allergie) che uccide il virus dell’Hiv e ne ferma la propagazione in caso di rottura. Non solo: all’interno del condom si trovano anche sostanze antiossidanti che vanno ad agire sulle terminazioni nervose del pene, aumentando il piacere sessuale. Un modo per tentare di convincere a utilizzare il preservativo anche coloro che sostengono di risentirne in sensibilità. Il prodotto potrebbe già entrare in commercio il prossimo anno, al costo unitario (assolutamente accessibile) di circa un dollaro.

Fonte: gqitalia.it

L’articolo Arriva il super profilattico che ferma l’Hiv anche se si rompe è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.

Tutti gli articolidi di admin

Canale informativo Poloinformativo HIV AIDS – per saperne di più su hiv e aids

ASA vince il Gilead Community Award per il progetto ASAMobile

postato in: AIDS | 0

IL GILEAD COMMUNITY AWARD PREMIA PROGETTI INDIPENDENTI NELLE SEGUENTI AREE: HIV, EPATITI VIRALI, PATOLOGIE ONCOEMATOLOGICHE, FIBROSI CISTICA E SCAMBI INTERCULTURALI.

ASA Onlus quest’anno ha presentato il progetto ASAMOBILE – Il servizio di accompagnamento per le persone sieropositive, vincendo un finanziamento per la continuazione dell’attività sul territorio milanese.

 

PROGETTO ASAMOBILE

IL PREMIO

Mayumi Giovanna Ruggieri (Responsabile del progetto)
Titolo: ASAmobile

Area di interesse: Importanza dell’aderenza al trattamento e al monitoraggio
Ente: Associazione Solidarietà AIDS – A.S.A. Onlus
Motivazione: Un progetto dall’impostazione semplice, molto tradizionale nel formato e quindi poco innovativo, ma pratico e concreto. Il budget è chiaro e concreto e ugualmente chiari e concreti sono gli outcomes previsti dal progetto, anche se di tipo puramente assistenziale. Il fatto che il proponente abbia già avviato parte delle attività, anche grazie ad altri finanziamenti e che sopratutto il finanziamento Gilead permetterà ai pazienti di non versare più il piccolo contributo per il servizio di trasporto automobilistico, sono sicuramente fattori che hanno giocato per una valutazione positiva della proposta ASA

Prevenzione della trasmissione materno-fetale

postato in: AIDS, HCV, HIV | 0

Notizia da Poloinformativo HIV AIDS

Prevenzione della trasmissione materno-fetaleUn regime antiretrovirale combinato contenente l’inibitore dell’integrasi raltegravir (Isentress) si è mostrato sicuro ed efficace, e può rappresentare una valida opzione terapeutica per le donne HIV-positive in stato di gravidanza – e potenzialmente anche per i nascituri – per impedire la prevenzione della  trasmissione perinatale del virus: sono i risultati di uno studio presentato la scorsa settimana a IAS 2015.

 

 

Le attuali linee guida europee e statunitensi raccomandano in linea generale che le donne in gravidanza assumano la stessa terapia antiretrovirale combinata (ART) somministrata agli altri adulti HIV-positivi. Le linee guida degli Stati Uniti, tuttavia, considerano il raltegravir un’opzione ‘alternativa’ perché non ci sono ancora dati sufficienti circa la sua assunzione durante la gravidanza. Però è un farmaco estremamente rapido nell’abbattimento della carica virale, e per questo può essere particolarmente utile impiegarlo quando per esempio una donna si presenta alle cure in gravidanza già avanzata, senza aver ricevuto cure prenatali, e ha urgente bisogno di abbassare rapidamente la carica virale prima del parto; oppure anche per donne che subiscono un fallimento terapeutico durante la gravidanza o che hanno un virus farmacoresistente.

Uno studio condotto in Thailandia, anch’esso presentato a IAS 2015, ha mostrato che un’intensificazione della terapia antiretrovirale – con una profilassi a base nevirapina oltre alla triplice terapia standard per la madre, e ulteriori quattro settimane di profilassi antiretrovirale anziché una per il bambino – era utile nella prevenzione della trasmissione del virus in caso la madre si fosse presentata tardivamente alle cure o avesse assunto la ART per meno di otto settimane prima del parto.

L’articolo Prevenzione della trasmissione materno-fetale è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.

Tutti gli articolidi di poloinformativo

Canale informativo Poloinformativo HIV AIDS – per saperne di più su hiv e aids

Studi dimostrativi sulla PrEP

postato in: AIDS, HCV, HIV | 0

 

Studi dimostrativi sulla PrEPOltre a essere ricordata come la Conferenza del ‘90-90-90’, IAS 2015 resterà nella memoria anche come la Conferenza dove la profilassi pre-esposizione (PrEP) è passata dalla sperimentazione puramente clinica all’impiego nel mondo reale.

Dopo che sono stati presentati gli studi sui regimi programmaticamente intermittenti (come riferito la settimana scorsa), a IAS 2015 è stato anche dedicato spazio ai risultati di studi dimostrativi (demonstration studies) disegnati per valutare l’efficacia della PrEP nel ‘mondo reale’, al di fuori delle sperimentazioni cliniche.

Oggetto di questi studi è stato l’impiego della PrEP in regimi a base di tenofovir e emtricitabina ad assunzione giornaliera, in svariati contesti degli Stati Uniti. Dai risultati è emerso che chi assume la PrEP con maggiore regolarità sono proprio coloro maggiormente esposti al rischio di trasmissione.

L’US Demo project, un progetto dimostrativo statunitense, ha indagato l’assunzione della PrEP in uomini gay e bisessuali e donne transgender nelle città di San Francisco, Miami e Washington, riscontrando nel corso di un anno di follow-up un’aderenza dell’85%. I livelli di aderenza più elevati si sono registrati tra quei partecipanti che dichiaravano di aver avuto rapporti non protetti con due o più partner nei tre mesi precedenti. L’aderenza è risultata notevolmente inferiore tra i partecipanti di Miami: se a San Francisco è arrivata al 90% e a Washington all’88%, a Miami si è fermata al 65%. Il gruppo di Miami era composto da partecipanti generalmente più giovani, spesso di colore e con livelli leggermente meno elevati di comportamenti a rischio HIV. È stata inoltre rilevata una forte associazione tra aderenza e appartenenza etnica: ben il 97% dei partecipanti bianchi presentavano livelli ematici di tenofovir che dimostravano l’assunzione di quattro o più dosi la settimana, contro il 77% dei partecipanti ispanici e solo il 57% di quelli di etnia nera.

Lo studio ATN 110 dell’Adolescent Trials Network ha invece arruolato 200 giovani maschi gay e bisessuali in 12 città statunitensi. Anche in questo caso sono state rilevate oscillazioni nell’aderenza alla PrEP in base all’appartenenza etnica, con livelli più bassi riscontrati nei partecipanti di etnia nera. Quattro persone hanno contratto l’HIV nel corso dello studio, all’8°, 32°, 40° e 48° settimana – il che equivale a un tasso di incidenza annuale del 3,29% all’anno tra i partecipanti. Tutti e quattro avevano assunto la PrEP in qualche momento dello studio, ma nessuno presentava livelli rilevabili di tenofovir nel sangue durante la visita in cui è stata loro diagnosticata l’infezione da HIV.

“ATN 110 ha il merito di aver avvicinato alla PrEP dei giovani MSM che sarebbero eleggibili al trattamento”, ha commentato uno degli autori, la dott.ssa Sybil Hosek.

“Il tasso di incidenza dell’HIV è stato elevato in confronto a quello riscontrato in altri studi aperti, ma – dato l’alto numero di infezioni sessualmente trasmesse incidenti – probabilmente sarebbe stato ancora più elevato se non fosse stata assunta la PrEP.”

“Si tratta di giovani che raramente hanno un’assicurazione medica o si rivolgono ai servizi sanitari. Sono necessarie ulteriori ricerche sulle convinzioni relative alla salute dei partecipanti e sul loro livello di fiducia nella PrEP per capire come promuoverne l’uso.”

L’articolo Studi dimostrativi sulla PrEP è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.

Terapia come prevenzione HIV per i consumatori di stupefacenti per via iniettiva

postato in: AIDS, HCV, HIV | 0

 

Terapia come prevenzione HIV per i consumatori di stupefacenti per via iniettiva“A Vancouver si è parlato molto dei successi della Terapia come Prevenzione, ma bisogna mettere bene in chiaro che la TasP richiede l’integrazione di più approcci”, ha affermato il dott. Evan Wood dell’Università del British Columbia durante una presentazione in plenaria di IAS 2015, la scorsa settimana.

 

 

 

In British Columbia, le diagnosi di HIV tra i consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva (IDU) sono crollate di oltre il 90% dal picco storico dell’epidemia nel 1996. Questo successo, ha spiegato Wood, è dovuto a una combinazione di interventi di responsabilizzazione della collettività, riduzione del danno, trattamento delle dipendenze e accesso universale a cure e trattamento dell’HIV. Ciò nonostante restano da superare ostacoli notevoli come la criminalizzazione e l’emarginazione di chi fa uso di droga.

“Il successo della TasP nei consumatori di stupefacenti di Vancouver è stato fenomenale”, ha commentato in un’altra sessione il professor Julio Montaner, collega di Wood. “Il motivo per cui si è rivelata così efficace è che c’è una sinergia tra distribuzione di siringhe sterili, somministrazione controllata nelle sale di iniezione, programmi sostitutivi con metadone e offerta della TasP.”

Nel 2006, solo il 30% degli IDU presi in carico assumevano la terapia antiretrovirale e avevano una carica virale non rilevabile: nel 2012, erano saliti al 71%.

Sono stati attuati notevoli sforzi per agganciare gli IDU ai servizi per l’HIV e la riduzione del danno, che sono sempre completamente gratuiti per chi ne ha bisogno.

Alla Conferenza si è parlato anche di un progetto di peer education in Ucraina che è riuscito a ridurre del 41% le infezioni da HIV negli IDU. Si tratta di uno studio con randomizzazione a grappolo che ha arruolato individui con rischio HIV particolarmente elevato (ogni anno, uno su tre contraeva il virus). Si ritiene che il successo dell’intervento sia da attribuirsi al fatto che aiutava queste persone a usufruire di più dei programmi di distribuzione di siringhe sterili.

Nello studio, degli IDU che avevano usufruito di questi programmi ed erano ormai in recupero hanno contattato e arruolato altri 1205 IDU HIV-negativi.

Il 50% di loro sono stati randomizzati, come gruppo di controllo, per ricevere l’intervento standard: un programma educativo e di counselling molto simile a quello tipicamente proposto dall’Istituto Nazionale per l’abuso di droghe degli Stati Uniti.

All’altro 50% è stato proposto, oltre al programma educativo e di counselling, anche l’intervento di peer-education, ossia venivano istruiti per reclutare e informare altri membri del loro gruppo di popolazione sulle pratiche di riduzione del danno. Il loro training era affidato a degli operatori di prossimità, era strutturato e prevedeva esercizi di role-playing. A tutti i ‘leader’ che avevano seguito questo training veniva chiesto di coinvolgere nel programma due loro conoscenti che facevano uso di droghe. Si tratta dunque di un intervento basato sui principi dell’apprendimento sociale, identità sociale, norme sociali e diffusione sociale.

Tetiana Deshko dell’International HIV/AIDS Alliance, sezione ucraina, ha dichiarato alla Conferenza che gli interventi di riduzione del danno attuati in alcune parti dell’Ucraina, grazie anche al supporto internazionale, sono riusciti a ridurre l’incidenza HIV tra gli IDU, ma che con l’attuale instabilità politica e l’influenza della Russia (in particolare nella regione di Donetsk) gli approcci per la tutela dei diritti umani e per la salute pubblica che erano stati introdotti sono di nuovo a rischio.
Link collegati

Articolo sulla presentazione del dott. Wood su aidsmap.com
Articolo sul progetto in Ucraina su aidsmap.com

L’articolo Terapia come prevenzione HIV per i consumatori di stupefacenti per via iniettiva è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.

1 10 11 12 13 14 15 16 19